C’è un aspetto delicatissimo quando parliamo di salute che ha a che vedere con un argomento che tutti conosciamo ma che spesso non è facile affrontare senza perdersi tra troppe informazioni. Si tratta dell’indice glicemico, un rapporto di valori che fa riferimento in particolar modo alla presenza di zuccheri nel sangue che difficilmente l’insulina riesce a risolvere.
Non si tratta tuttavia solo di un semplice accumulo che magari dopo qualche tempo potrebbe pure risolversi, ma è un vero e proprio problema di salute che può sfociare in quella che tutti conosciamo come diabete di tipo 2. Quindi, finché si limita a un valore che non risulta preoccupante, è bene da parte nostra trovare qualche soluzione.
E la soluzione più attenta e mirata ha a che vedere in particolare con l’alimentazione, perché se viene corretta pensando di fare del bene all’organismo, si possono ottenere importanti risultati, andando quindi anche a bilanciare e a contenere soprattutto il rischio dell’insorgere del diabete che poi diventa un vero e proprio grattacapo.
Da cosa cominciare?
Una cosa che in genere viene subito drasticamente ridotta è l’assunzione della pasta, che contiene troppi carboidrati, se gestita in quantità troppo smoderate ed esagerate e può essere uno dei motivi che porta a un vero e proprio problema per chi già ha i valori traballanti della glicemia nel sangue.
A questo punto, si può alternare la pasta con il riso e in particolar modo con il riso basmati. Perché proprio questa varietà? Perché il riso basmati è la varietà di riso che contiene il più basso valore di indice glicemico. In pratica, il riso basmati ha contenuto di IG tra 50 e 58, in base anche al metodo di cottura, mentre il riso normale si attesta intorno a 90, un valore altissimo se si considera che la glicemia alta è un rischio altissimo.
Questo valore così basso è determinato dalla presenza di amilopectina, un tipo di amido che viene praticamente digerito molto lentamente, cosa che consente di avere un corretto bilanciamento di energia e calore nel corpo, ma anche la possibilità di evitare i picchi glicemici, che devono assolutamente eliminati per non dare fastidi al cuore.
Come cuocere il riso basmati?
Al di là del fatto che il contenuto di IG è davvero basso, ridurlo e comunque tenerlo sui 50, senza farlo aumentare può tornare a nostro vantaggio se vogliamo mangiare con maggiore frequenza il riso basmati. Per questo motivo è bene seguire alcuni metodi di cottura specifici che prediligono questa permanenza in particolar modo.
Un buon inizio è quello di sciacquare sempre il riso sotto l’acqua, finché non viene rilasciato tutto l’amido in eccesso e l’acqua che vai svuotando non diventa trasparente. Tienilo poi in ammollo per quasi un’oretta, per andare a ridurre definitivamente tutte le tracce di amido e rendendolo al contempo anche digeribile.
A questo punto, cuocilo quando l’acqua avrà bollito a dovere e lascialo cuocere non oltre i 12 minuti, o comunque finché non raggiunge la cottura che preferisci per mangiarlo ovviamente con piacere. La raccomandazione è di scolare a dovere l’acqua in eccesso, se non è stata completamente assorbita dal riso e condirlo con alimenti che chiaramente non vadano ad aumentare quell’IG che invece è stato eliminato con cura.
Ingredienti e abbinamenti per un pasto con basso IG
E’ chiaro che, se hai fatto tutto questo lavoro per abbassare l’indice glicemico, non puoi mandare tutto a rotoli, facendo il peggio a causa del condimento. Infatti, se condisci in modo scorretto il riso, rischi di fare danno, e portare l’IG a livelli che nemmeno con il riso non scolato e privato totalmente dell’amido in eccesso avresti mai raggiunto.
Per questo motivo, opta sempre per condimenti che contengono fibre a volontà, un ulteriore modo per scaricare il glucosio in eccesso e rendere anche più digeribile il piatto condito con verdure e legumi, che risultano davvero la soluzione migliore, perché oltretutto ti permettono di avere anche un secondo piatto già bello fatto e finito.
Inoltre puoi anche decidere di mangiarlo in bianco, soprattutto se hai problemi di stomaco, ma la raccomandazione in questo caso è di usare formaggio stagionato almeno 12 mesi e olio extravergine d’oliva, magari prodotto localmente, di cui hai cognizione diretta che si tratta di qualcosa di buono. Ogni soluzione, in ogni caso, deve pensata per il bene del riso e della tua salute.
Fai anche attenzione a…
Non dimenticare però che stare attenti alla preparazione del riso non significa che il rischio di aumentare l’IG sia ormai scampato. No, perché l’errore è dietro l’angolo e cadere in questo tranello alla lunga rischia solo di crearti grandi problemi. Per questo evita di prolungare la cottura, e quindi prediligi una cottura con riso poco al dente.
E stai scrupolosamente attento anche al risciacquo puntiglioso del riso che necessita di diventare davvero bianco e privo di ogni forma di amido, per fare in modo che la presenza di glucosio nell’amido si riduca in modo considerevole e chi ha già il problema con gli zuccheri alti, non si debba sentire perennemente in pericolo.