Allerta Irpef: pazzesco, ecco le nuove aliquote

Nuova “allerta” che riguarda l’IRPEF, una delle principali forme di tassazione di tipo progressivo che ha un profondo impatto sullo stato sociale ma che è anche in grado di sviluppare una forma di disequilibrio tra i vari redditi. L’IRPEF esiste oramai da oltre 50 anni e viene impiegato per ottenere un sistema di tassazione basato su aliquote.

Per l’anno in corso, come spesso è avvenuto anche in passato, le aliquote sono state modificate nell’ordinamento effettivo e che coinvolgono numerosi tipi di cittadini, ma anche aziende e figure professionali molto disparate. Come altre forme di imposte viene applicata in base al reddito, direttamente attraverso il sistema delle tasse.

Nel 2025 come negli anni precedentti le aliquote sono state modificate, ed è stata evidenziata anche una certa tendenza nel ridurre uno scaglione, accorpando quindi alcune fasce di reddito, e quindi conseguentemente vanno a condizionare in modo simile fasce di reddito estremamente diverse tra di loro, influenzando anche le detrazioni.

Cos’è l’IRPEF?

Spesso si discute di una riduzione o di un potenzialmento di questa imposta di stato ma non tutti sanno esattamente cos’è effettivamene ma anche cos’è formalmente parlando: L’imposta sul reddito delle persone fisiche come dice il nome stesso è intuibilmente una tassa calcolata in base al reddito, calcolando alcune detrazioni molto specifiche attraverso aliquote.

Inizialmente l’IRPEF era stata concepita con una forma di calcolo da oltre 30 aliquote, che andavano ad interessare tantissimi tipo di reddito effettivo, dal 1974, anno di prima attuazione nel regolamento generale delle imposte italiane, ha subito varie modifiche ed “alleggerimenti” fino al sistema attuale che è comprensivo di alcune eccezioni.

E’ una forma di imposta estremamene importante perchè identifica una forma di equilibrio, almeno teorico, che porta una giusta tassazione basata sulla percentuale, e gli scaglioni che sono modificati potenzialmente di volta in volta, ogni anno o generalmente a inizio di ogni legislatura, anche per dare una sorta di vantaggi ad alcune fasce di reddito.

Chi deve pagare l’IRPEF

Come intuibile è una imposta calcolata per le persone fisiche quindi non si applica per le aziende, ma unicamente per chi, tra persone hanno un reddito continuativo, quindi di lavoro autonomo o indipendente ma è destinata anche ai fondiari, di fabbricati di terreni o capitali dichiarati, naturalmente i metodi di pagamento sono simili a quelli delle altre imposte.

Per chi è indipendente infatti esistono vari metodi come il modulo 24, mentre per i lavoratori dipendenti naturalmente sono calcolate direttamente in busta paga. Anche i pensionati pagano l’IRPEF, ovviamente sul concetto di aliquota. Da diversi anni esistono delle varianti e specifiche valutazioni diverse, delle eccezioni, attraverso la cosiddetta no tax area.

Pagano i soggetti con reddito, sotto forma di persone IRPEF in Italia, ma anche coloro che sono presenti e residenti non sul territorio italiano, se però sviluppano reddito entro una certa soglia non sono portati a pagare l’IRPEF “in automatico”, ed è proprio questa la no tax area che è legata ad una soglia specifica

Detrazioni (e chi non paga)

La principale modifica legata alla no tax area riguarda coloro che si trovano al di sotto di un certo reddito, nel 2024 era di circa 8150 euro annui, soglia che è stata aumentata a 8500 euro, per chi fa parte del lavoro dipendente. Confermata la soglia legata alla detrazione per il lavoro dipendene, aumentata 1955 euro.

Possono detrarre le spese tutti coloro che rientrano tra 8500 euro e 15 mila euro ma anche in maniera ridotta tra 15 mila e 28 mila euro calcolati come sempre su base annua. Questo serve a riequilibrare le detrazioni in base al taglio del cuneo fiscale, confermato anche per l’anno in corso.

La principale differenza per l’IRPEF sono la modifica degli scaglioni, riconfermata sulla falsariga del 2024, che ha visto la riduzione da 4 a 3 scaglioni, accorpando quindi quella che viene legata come fascia di reddito alla classe media di reddito e di cittadini. Cosa cambia effettivamente per il 2025 in merito?

Nuovi Scaglioni

Dal 2024 infatti 4 scaglioni sono divenuti 3, confermato come fattore anche per il 2025: il primo è per i redditi fino a 28 mila euro, che pagano il 23 % di reddito IRPEF, il secondo scaglione è orientato al 35 % dei redditi, e viene calcolato per la soglia tra 28 mila fino a 50 mila euro. Il terzo è invece calcolato per importi annui superiori a 50 mila euro, pari al 43 %.

E’ stato eliminato lo scorso anno quello centrale del 25 %, pari ai redditi tra i 15 mila ed i 28 mila euro, per questo sono state adotate le nuove detrazioni modificate così da non sbilanciare eccessivamente l’equilibrio che non aveva soddisfatto tutti ma che era parso comunque un compromesso adeguato.

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