Le 5 lire con il delfino sono alcune tra le monete che sono state più diffuse durante il XX secolo in Italia ma allo stesso tempo costituiscono una serie di emissioni molto amate dai collezionisti odierni. In senso generale può configurarsi come una moneta concepita come comune, dal valore nominale non elevatissimo neanche ai tempi, che però ha trovato una buona diffusione almeno fino ai primi anni 90.
Ma quanto valgono oggi queste 5 lire con il delfino? Diversi esperti hanno evidenziato alcuni esemplari specifici come particolarmente interessanti, in mezzo a tanti pezzi che oggi come in passato hanno un valore collezionistico e numismatico a dir poco irrilevante ( o quasi ). La probabilità di avere in casa da qualche parte un esemplare molto raro però non è così impossibile: quali cercare?
Moneta storica
La moneta da 5 lire col delfino è stata concepita sul finire degli anni 40, ed è entrata in produzione a partire dal 1951, sostituendo la moneta di egual valore, precedente, ovvero quella sempre da 5 lire, riconoscibile con il grappolo d’Uva. Quella col Delfino è stata molto comune per buona parte della 2° metà del XX secolo prima di smettere di essere diffusa dagli ultimi anni 80.
In realtà è stata comunque regolarmente coniata fino al 2000, e dal 1951 è stata concepita regolarmente eccezion fatta per il decennio tra la metà anni 50 e 60. Molto riconoscibile per la presenza del delfino sulla faccia principale che è contraddisinta dal mammifero marino, poco sotto il “5” del valore nominale, l’altro lato è invece identificato come riconoscibile dal timone presente.
Quanto possono valere
Quanto possono valere? E’ bene chiarire da subito che gran parte delle monete ancora presenti fisicamente ha un valore molto ridotto, di pochi euro, anche per gli esemplari ben conservati. Questo perchè è stata, come detto, una moneta comunissima e di fatto utilizzata sempre meno nelle ultime decadi del XX secolo, esistono però esemplari rari:
- Mediamente i pezzi degli anni 50 sono leggermente più rari, possono valere fino a 15 euro se in ottimo stato
- Esemplari specifici con errori di conio riconosciuti hanno la possibilità di valere di più, ad esempio i pezzi del 1969 che hanno il primo 1 capovolto possono valere fino a 100 euro
- Altri errori di conio come quello del 1989 che ha il timone al rovescio vale fino a 160 euro
Molto dipende dallo stato di conservazione: i prezzi evidenziati hanno infatti un valore effettivo esclusivamente se la moneta è in eccellente stato di conservazione fino al Fior di Conio, concetto che viene ripreso anche per i pezzi del 1956, sicuramente i più rari di tutti, infatti la zecca ha evidenziato circa 400 mila esemplari coniati in questo anno.
Sembrano tanti ma in realtà sono pochissimi: per questo motivo gli esemplari del 1956 sono i più ricercati dell’intero gruppo e sono molto apprezzati in ambito collezionistico: un esemplare in buono stato può essere venduto fino a 100 euro, ma uno senza difetti può sfiorare i 1000 euro senza troppi problemi, fino ad una valutazione all’asta di 3500 euro per pezzi in Fior di Conio